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La Casa degli Epigrammi si trova nel Regio V, il quartiere che occupa il quadrante nord orientale dell’antica Pompei in prossimità di Porta Vesuvio, messo solo parzialmente in luce nel corso dell’Ottocento. Il luogo riveste una notevole importanza storica poiché, proprio qui, dal tablino della casa, fu staccata la prima pittura rinvenuta a Pompei e risalente al IV Stile: la raffigurazione di una ghirlanda sostenuta da amorini su fondo giallo.
La Casa degli Epigrammi trae il suo nome dalla particolare decorazione pittorica dell’esedra del peristilio. Le pitture, del II Stile finale (40 - 30 a.C.), mostrano pareti scandite da finte colonne decorate con motivi a squame e da pannelli ad edicola dove sono riprodotti dei quadri di soggetto idillico-sacrale con relative didascalia redatte in distici greci.
Al II Stile (Roma 50-25 a.C. - Pompei 40-25 a.C.), caratterizzato dalla comparsa di figure e paesaggi illusionistici al centro di riquadri geometrici, appartengono svariati esempi pompeiani. Oltre alla citata casa degli Epigrammi, si possono ricordare le pitture della Casa delle Nozze d’Argento, della Casa del Criptoportico e della Casa del Sacello Iliaco.
L’intervento di restauro si è reso oggi più che necessario ai fini della conservazione di quello che ancora si può salvare di un edificio così emblematico per la storia degli “Scavi”.
Siamo orgogliosi che col nostro impegno, anche economico - non di poco conto, dato il grave momento di crisi in cui viviamo-, di avere contribuito fattivamente alla salvezza di questo edificio, che altrimenti avrebbe concluso la sua millenaria esistenza nel più grave abbandono e oblio.
Le coperture degli ambienti, al momento del nostro intervento, erano state di recente ricostruite con criteri moderni.
L' UR registrata dipende esclusivamente da fattori climatici in quanto, come per tutte le case romane, non esistono diaframmi che possano isolare gli ambienti dall'esterno.
Per rispettare i motivi di unitarietà necessari alla qualificazione dell'intervento, i lavori sono stati estesi anche ai confinanti quartieri servili della casa di Cecilio Giocondo.
• Stato di conservazione e cause del degrado
1. Il cattivo stato delle vecchie coperture, poi sostituite di recente, ha causato gravi danni ai dipinti.
2. Dilavamento da piogge acide, con conseguente deposizione sulle superfici di prosciugo di sali di Calcio carbonato provenienti dal reticolo salino delle malte disciolto e portato in soluzione dalle acque percolanti.
3. Biodeteriogeni.
4. Presenza incontrollata di piante erbacee stagionali e permanenza nei bordi murari dei loro apparati radicali.
5. Depositi di particellato, guano, materiali eterogenei e di terra da trasporto pluviale sui piani di calpestio.
6. Formazione di nitrati sulle parti esposte alle acque di risalita, per presenza di rifiuti organici.
7. Modeste solfatazioni superficiali sui decori.
8. Insistenza sui dipinti di forti abrasioni deturpanti di origine non definibile.
9. Presenza sui dipinti di antiche vernici e cere alterate.
10. Lacune da erosione, eolica e pluviale, delle malte tra i conci di tufo.
11. Profonde, quanto estese, decoesioni degli intonaci dai relativi supporti.
12. Antichi interventi di restauro eseguiti con materiali non compatibili
I depositi pluviali hanno in qualche modo protetto i resti di un pavimento a mosaico
• Interventi
1. Disinfestazione
Disinfezione delle parti interessate, dopo la rimozione del guano, con una soluzione acquosa di Benzalconio clururo al 2%
.N° 2 cicli di trattamento con Biotin di tutte le superfici interessate da patine biologiche .
A inizio del periodo di vegetazione è stato effettuato un doppio trattamento con idoneo defoliante di tutte le piante stagionali presenti con la successiva rimozione manuale delle radici. Un terzo trattamento è stato effettuato dopo le piogge della prima estate.
2. Pulitura
Rimozione dei depositi superficiali dall'area dell'intervento
Spolveratura con spazzole morbide delle superfici dipinte
Lavaggio con spugne di mare e acqua distillata
Liberazione dai detriti della vasca dell'impluvium e suo isolamento dal piano di calpestio con uno scatolo di sbarramento formato da assi di pino connessi
Pulitura mediante impacchi chimici appropriati, sulle parti interessate da vecchie vernici polimerizzate e/o ossidate.
Impacchi di Ammonio carbonato e EDTA tetrasodico al 15% in acqua distillata per la rimozione delle solfatazioni superficiali.
La conseguente rifinitura è stata effettuata con Amberlite in acqua distillata data a pennello per il tempo necessario.
Pulitura dei piani di calpestio relativi ai mosaici e ai pavimenti (in cattive condizioni).
3. Consolidamento
Preconsolidamento delle superfici dipinte mediante l'applicazione di acqua di calce e/o a seconda delle classi di spolvero, con Paraloid b72 al 2% in acetone.
Consolidamento delle parti murarie con idonea malta
Consolidamento di tutti gli intonaci con iniezioni di maltina
Impacchi di Ammonio carbonato e acqua deionizzata in soluzione satura, veicolato in polpa di cellulosa sulle pareti affrescate e successivo lavaggio con acqua deionizzata.
Rifacimento e sistemazione degli intonaci e delle colonne del peristilio con adeguata malta a base di sabbia e calce Lafarge
Rifacimento e sistemazione di tutti i lacertini relativi agli intonaci.
Sistemazione del piano di calpestio del peristilio
4. Integrazioni pittoriche
Sulle superfici dipinte sono state eseguite solo dove necessario delle leggere velature di raccordo con colori per affresco .
Sugli affreschi, dove indispensabile per una corretta lettura del dipinto, sono state date delle velature di integrazione con acquerelli della Windsor e Newton
Sulle superfici dipinte più esposte è stata data a spruzzo una soluzione di Paraloid b72 al 2% in Tricloroetano.
Conclusioni e necessaria manutenzione
Allo stato la conservazione dell'edificio, protetto da nuove coperture, consolidato in tutte le componenti strutturali e decorative, risulta più che accettabile . Il degrado, che purtroppo ha lasciato dei segni permanenti è stato temporaneamente fermato .
Dato per certo che la natura opera un intervento demolitore-costruttore, che spiana le montagne e ne forma nuove con i sedimenti e che a questa legge non sfuggono i manufatti dell'uomo, noi con un’accorta manutenzione possiamo rallentare o allontanare quanto più possibile, il degrado naturale delle cose.
Per la casa degli Epigrammi Greci si suggerisce il seguente ciclo:
intervento annuale
Periodo primavera inoltrata:
n° 2 interventi di diserbo
n° 1 intervento di rimozione dei biodeteriogeni (muschi, alghe e licheni)
Autunno:
Rimozione dei depositi superficiali
Lavaggio delle superfici intonacate
N° 1 o più mani di idoneo protettivo silossanico ai paramenti esposti
Primo inverno:
Intervento per il trattamento con idoneo presidio dei biodeteriogeni.
Esame dello stato delle murature e degli intonaci con necessari interventi di consolidamento e riparazioni estetiche.
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